La maledizione del "Bambino"
Non è vero, ma ci credo. Mai come nel caso dei Boston Red Sox, storica franchigia del baseball professionistico Usa, questo detto si applica alla lettera. Tutto ebbe inizio nel lontano 1914, quando i Sox, allora di proprietà di Joe Lannin, acquisirono i contratti di alcuni giovani talenti da Baltimore. Tra questi, tale George Herman Ruth, un orfano cresciuto da preti e suore a pochi passi da dove oggi sorge lo stadio degli Orioles, il Camden Yards. Ruth venne soprannominato «The Babe» o «The Bambino». Era un lanciatore mancino ed ebbe subito grande successo con i Red Sox, vincendo 18 partite nel 1915 e addirittura 23 nel ' 16. In entrambi gli anni, Boston conquistò le World Series. Ma la nube nera e minacciosa che avrebbe segnato il futuro dei Sox per i decenni che seguirono, prese forma nel 1917, quando Lannin vendette la squadra a Harry Harrison Frazee. Nel frattempo, Babe era diventato il pitcher più dominante della Lega, ma aveva anche sviluppato le sue doti di battitore, vincendo la classifica dei fuoricampisti nel ' 18, malgrado solo 95 partite giocate su 140, guidando i Sox al 3° titolo in 4 anni dall' arrivo di Ruth. Nel 1919 tra i Sox e Babe iniziò una lunga disputa contrattuale. Ruth si dovette accontentare di 10.000 dollari (i migliori giocatori dell' epoca ne guadagnavano 15.000), ma la sua produzione in campo non ne risentì. Colpì 29 home run, più di qualsiasi altra squadra nella Lega! Ma nel 1920, Frazee fece l' impensabile. Per finanziare un musical di sua produzione a Broadway, «No no Nanette» cedette Babe Ruth agli Yankees per 100.000 dollari. Indignato, il Bambino scagliò la sua maledizione sui Red Sox: «Non vincerete mai più un titolo». E così è stato sino ad oggi. Boston ha partecipato solamente a 4 World Series dal 1918, perdendo ogni volta alla settima partita, mentre Ruth con gli Yankees divenne il più grande fuoricampista di sempre, stabilendo primati che sarebbero resistiti per decenni. La sua popolarità era tale, che gli Yankees dovettero lasciare il piccolo stadio che condividevano con i New York Giants, il Polo Grounds, per andare a giocare in uno tutto loro, lo Yankee Stadium, soprannominato da allora «La casa che Ruth costruì». La maledizione del Bambino è continuata negli anni, colpendo Boston nei modi più inaspettati. Come nel ' 78, quando sprecarono un incredibile vantaggio in classifica, facendosi rimontare dagli odiati rivali Yankees e perdendo lo spareggio a Fenway Park per colpa di un fuoricampo di un piccolo interbase dal nome Bucky Dent, non certo noto per la sua potenza in battuta. O come nell' 86, quando, ad un solo strike dal titolo, Bill Buckner si lasciò passare in mezzo alle gambe la pallina colpita da Mookie Wilson dei Mets, aprendo la porta alla rimonta di New York, che poi vinse le World Series in gara-7. Qualcuno ha provato a sfatare la leggenda, ma ne ha prontamente pagato le conseguenze. Come Pedro Martinez, oggi il miglior lanciatore nel baseball. Nel 2001 aveva iniziato la stagione alla grande, quando gli chiesero se pensava che quello potesse essere l' anno buono per sconfiggere la maledizione del Bambino. «Se Ruth fosse vivo oggi, gli tirerei una delle mie palle dritte nel sedere». Non l' avesse mai detto... Il giorno successivo s' infortunò e non vinse più una partita per il resto del campionato. Non sarà vero, ma forse anche Pedro ci crede. oston